LA POTATURA DELL'OLIVO
LA POTATURA DELL'OLIVO
Entrando nel merito, potare significa essenzialmente rinnovare i rami produttivi, eliminare il legno secco o danneggiato, favorire la penetrazione della luce e dell’aria, sostenere la crescita vegetativa.
Tutto ciò è necessario al fine di contenere le dimenzioni della pianta, prevenirne l'invecchiamento, diminuire l'alternanza di produzione, creare condizioni che ostacolano l'atacco di parassiti.
Il periodo migliore per intervenire con la potatura è tra la fine dell'inverno e l'inizio della primavera, generalmente tra marzo e aprile, ma le condizioni cambiano da zona a zona. Vale la regola che si inizi a potare quando non c'è più pericolo di gelate (temperature cioè sotto i 2-3°C), e comunque almeno tre settimane prima del periodo di fioritura.
E' buona norma non potare in condizioni di elevata umidità, evitando le giornate nebbiose o piovose.
Meglio invece una bella giornata di sole, avendo l'accortezza di sanificare le lame di taglio (ad esempio con prodotti a base di rame) tra una pianta e l'altra.Una buona potatura, in sintesi, dovrebbe portare ai risultati che seguono:
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aprire la pianta all’interno, per consentire una migliore circolazione dell’aria e della luce;
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equilibrare le proporzoni tra le parti a legno e a frutto;
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mantenere pochi rami in alto, per fare si che la produzione sia concentrata nelle parti basse della pianta. Quando la vegetazione nella parte bassa è comunque ben sviluppata, si possono lasciare anche rami in alto che verranno gestiti l'anno successivo con tagli di ritorno.
I polloni sono rami vigorosi e improduttivi che si sviluppano dalla base e lungo il tronco. Questi vanno sempre eliminati alla base.
I succhioni sono rami vigorosi e improduttivi che crescono sui rami principali o sulla parte superiore del tronco. Anche questi vanno eliminati, a meno che non vadano a sostituire rami deperiti, rivestire qualche ramo spoglio o riempire qualche vuoto.
I rami rotti, rovinati o colpiti da parassiti vanno eliminati;
Per ogni branca principale si deve individuare un prolungamento con funzione di guida e si alleggerisce cercando di abbassare l’altezza della pianta.
si eliminano poi i rami che hanno fruttificato l'anno precedente, e si lasciano i rametti nuovi.
Se lo sfoltimento non risultasse sufficiente, è opportuno diradare anche i rami a frutto piu bassi e in ombra.
sulle branche secondarie si sfoltiranno i rami a legno, togliendo i più vigorosi e i più deboli; si taglieranno i rami che hanno fruttificato e si cercherà di tornare indietro sui giovani germogli.
Sui rami molto sviluppati vanno lasciati si lasceranno un buon numero di rami produttivi mentre si cercherà di eliminare il più possibile i rami a legno.
Sui rami più deboli invece è opportuno lasciare dei succhioni e poca vegetazione produttiva, in modo da far affluire più linfa e irrobustire così la branca, creando un equilibrio vegetativo su tutta la pianta.
Per decidere se serve una potatura energica deve essere tenuto in considerazione lo sviluppo vegetativo nella parte centrale e più produttiva della chioma. Se a fine ciclo vegetativo i rami che si sono formati sono di scarsa lunghezza ( 20 – 30 cm), se il legno giovane (1 – 2 anni) è scarso rispetto al legno vecchio, se la pianta è in genere poco vigorosa o sofferente si dovranno eseguire potature più radicali.
Normalmente però la potatura dovrebbe eliminare non più di un terzo della struttura della chioma, che se potatata corrfettamente si dovrebbe presentare con 2/3 di vegetazione nella parte bassa e 1/3 nella parte alta.
Gli attrezzi utilizzati per potare devono essere ben affilati, al fine di praticare tagli netti, precisi e senza sfilacciature.
Altra cosa molto importante è trattare le piante dopo la potatura con prodotti (anticrittogamici o anche concimi fogliari) a base di rame, per prevenire l'insorgenza di malattie fungine.